Dopo il grandioso benvenuto Alsaziano a Mulhouse, in meno di un’ora di viaggio su un treno locale, arriviamo nella bella e pittoresca Colmar, capoluogo del dipartimento dell’Alto Reno con meno di 70.000 mila abitanti.
Colmar patria dello scultore Bartholdi, che ha creato la statua della libertà!
In questa località in cui il centro storico è un vero gioiello, ci sono ben cinque, esatto cinque mercatini di natale da visitare e io con grande piacere l’ho fatto dalle dieci della mattina fino alle quattro, concedendomi solo una pausa per assaggiare le specialità gastronomiche locali :-).
Quando da bambina sognavo la magia dei paesi delle fiabe a Natale, con gli alberi decorati, le bancarelle in cui personaggi in costume vendono deliziosi prodotti locali e oggetti di artigianato, non lo sapevo ancora, ma pensavo a Colmar, la patria dello scultore che ha ideato, non senza aver visto anche il nostro Pacetti, la celeberrima Statua della Libertà.
Camminare per le strade orlate dalle colorate case a Colombaia, tipiche Alsaziane, oppure girovagare per un mercatino situato di fronte ad una cattedrale che risale al xxii secolo come quella di San Martino, è un viaggio nel tempo. Qui a Colmar, come nella piazza principale di Mulhouse, il centro storico della città mantiene la tipica suddivisione in quartieri che un tempo erano punti di riferimento delle diverse corporazioni.
Per quanto mi riguarda, il quartiere denominato Piccola Venezia è certamente uno dei tratti più suggestivi della mia visita a Colmar. Le case alsaziane, colorate, con le deliziose simmetrie, si affacciano sui canali e creano giochi di riflessi veramente fiabeschi (Vd diretta a fine pagina). È in questo quartiere che è situato il mercatino dedicato ai più piccoli.
Come per quanto riguarda Mulhouse, Tornerò a visitare Colmar e tutto quello che mi manca, tra cui, i diversi musei, come quello di bartholdi, il Museo del giocattolo ma soprattutto il Museo d’Unterlinden, celebre per la pala d’altare di Matthias Grünewald, che è stato recente ampliato con opere del diciannovesimo e ventesimo secolo.
Arrivederci dunque Colmar, à bientôt!