Il mio rapporto col cibo: ovvero genesi di una Chef Cup!
Rossella Canevari
In questi giorni sto riflettendo sul mio rapporto col cibo. Infatti aprendo vecchi file sul computer, che ormai sono come i vecchi cassetti della scrivania, mi sono imbattuta in una serie di cartelle titolate: 2010\2015 <Chef Cup>.
All’interno di ogni cartella corrispondente ad una tappa della suddetta chef cup (7 all’anno per 3 anni ovvero 21 ricette e 42 chef stellati), ci sono centinaia di foto di ricette deliziose. Deliziose e belle da vedere anche perché ispirate all’arte (Pollock ad esempio), al cinema (007 o Camera con Vista), alla musica e via dicendo.
Era questo infatti il concetto alla base dell’idea che nel
2010, mi ha ispirato nel creare IMAFestival che poi è
diventata una CHEF CUP che nel 2015 grazie ad Expo, è
diventata l’INTERNATIONAL CHEF CUP.
In ogni tappa, due coppie di chef stellati si sfidava, a colpi di ricette, su un tema comune, ispirato al mondo dell’arte e della cultura. Durante un cooking show, ogni coppia creava una ricetta che veniva degustata e votata.
È nella genesi di questa chef cup che risale al 2010, quando vivevo a Ny, che ritrovo le radici del mio rapporto con il cibo.
Da bambina mangiavo poco e mia mamma doveva inventarsi giochi assurdi per far in modo che il cucchiaio pieno mi entrasse in bocca e poi giù in gola (prima che lo sputassi). Crescendo le cose non sono migliorate. Amavo lo sport, l’arte, l’avventura: ero un’adolescente ribelle e non ho mai trovato conforto nel cibo. Almeno fino a quando mi sono trasferita a NY, in un appartamento senza cucina.
È stato allora, in un paese straniero, privata della possibilità di cucinare quei pochi piatti semplici ma genuini che costituivano la mia dieta che il mio rapporto con il cibo è cambiato. Nonostante la mia quotidianità newyorkese fosse eccitante, a furia di hamburger e verdure organiche con poco gusto, la mia vita era in un certo senso, incompleta. Già mancava qualcosa che, sentivo, avrebbe potuto fare la differenza. Sapori, profumi, consistenze. Fino a quel momento avevo sempre pensato che il cibo, fosse solo nutrimento finalizzato alla sopravvivenza.
All’improvviso ho iniziato a pensare alle mie radici, attraverso il cibo. Sognavo di notte l’ossobuco con il risotto giallo di mia nonna, il cotechino con le lenticchie o solo una semplice e deliziosa pasta al pomodoro.
È nata così l’idea di lavorare con il cibo e dunque con chi il cibo, lo maneggiava con maestria tutti i giorni. Le mie conoscenze e capacità culinarie, non erano infatti abbastanza. Nel 2010, i cuochi, non erano ancora superstar come oggi. Per me, illustre sconosciuta, allora è stato facile far salire a bordo del progetto gli stessi chef stellati che oggi, sono in televisione.
Un’avventura meravigliosa, questo pezzo del mio cammino, un progetto di successo nato come spesso accade, da un’esigenza pratica quotidiana. Un bisogno che si rivela essere profondo.
Da allora, ho compreso il valore e l’importanza della dieta Mediterranea, con cui sono cresciuta, solo quando ne sono stata privata. Per riappropriarmene ho lavorato con molti dei migliori chef di questo periodo.
Sul sito Dedicato, potete trovare tutte le foto delle varie tappe e soprattutto le meravigliose ricette che ho avuto il piacere e la fortuna di assaggiare.