Da quando l’Ordine dei Giornalisti ha introdotto l’obbligo dei crediti per la formazione professionale del giornalista, ovvero dal 2014, quello relativo ai Fondamenti di Giornalismo Digitale è il primo corso online che seguo, per il valore di dieci crediti.
Prima di raccontarvi com’è andata, di seguito un piccolo riepilogo relativo a come ho accumulato i crediti degli anni precedenti.
Tra il 2015 e il 2016, per l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, ho organizzato e moderato, insieme a Isabella Dinolfo nella bellissima location dei Frigoriferi Milanesi, sette corsi su temi diversi ma legati da un sottile fil rouge, ovvero le novità apportate dalla tecnologia nel mondo del giornalismo e della cultura in generale.
Abbiamo iniziato in autunno con due corsi interattivi su Periscope, il live streaming di Twitter, in inverno abbiamo affrontato il tema degli Ebook con la preziosa testimonianza dell’ufficio stampa di Amazon e di una nota agenzia letteraria Italiana; tema a me molto caro, che ho continuato a studiare anche successivamente in un video su YouTube.
Verso la primavera abbiamo cercato di penetrare il giovane mondo di YouTube e le sue star “del tubo”, poi ci siamo occupati di un tema caldo e decisamente controverso: Tripadvisor con le famose recensioni nel mondo della ristorazione; lo abbiamo fatto con avvocati del settore e con i diretti interessati, i cuochi. A primavera inoltrata abbiamo scandagliato con i giovanissimi addetti ai lavori il mondo degli Influencer, consci di tutti i rischi che il tema poteva comportare in un’aula piena di giornalisti tradizionali, e infine, l’autunno successivo ci siamo addentrati nel mondo degli uffici stampa tradizionali vs quelli dell’era digitale, per finire in bellezza con uno sguardo sul mondo dell’arte contemporanea.
Un’esperienza, quella di organizzare corsi di formazione, estremamente interessante nonostante i pochi crediti formativi che ne abbiamo ricavato (dai 3 ai 5 massimo per corso). Nel 2017 ormai i corsi sono molti e diversificati, al contrario degli anni precedenti e così ho deciso di mettermi alla prova con i corsi online gratuiti che si trovano sulla piattaforma ufficiale dell’organo.
Per iniziare, sono andata sul sicuro, ho scelto un’argomento in cui, nonostante non sia una nativa digitale, un giro di parole per dire che non sono più giovane, vado abbastanza forte: la tecnologia! (Ps qui Le mie Bolle di Tecnologia).
Ed ora torniamo al corso online Fondamenti di Giornalismo Digitale. Per ottenere l’attestato di frequenza, è necessario seguire sei lezioni video della durata media di venticinque minuti l’una, a cui seguono i sei test di verifica: quattro quesiti, risposte multiple all’americana, che richiedono un successo del 100% per essere superati, altrimenti si riprova finché si arriva al 100% di risposte esatte.
Le spiegazioni sono chiare, i dati sono aggiornati (?) al 2014 e i temi per chi utilizza i social media e il magico mondo della rete, beh, direi che sono elementari. Conseguenza abbastanza logica, data la vastità dell’argomento, l’età media italiana dei giornalisti, la poca dimestichezza con la tecnologia aggravata da un’iniziale diffidenza che ne rallenta la fruizione.
I corsi spiegano e successivamente interrogano l’utente sul come la velocità che richiede l’informazione oggi, cambia gli aggiornamenti delle news online, su temi attuali e importanti come il diritto all’oblio, citizen e data Journalism. I testi chiedono il significato di termini quali user generated content, hashtag, engagement. Spiegano a grandi linee cos’è Google plus, Facebook, Twitter.
Così una domenica pomeriggio, dopo aver ascoltato i video, ho risposto ai quiz velocemente e a parte la seconda lezione, non ricordavo la data della Carta di Roma (il codice deontologico sulla carta dei migranti, certamente fondamentale per la deontologia, ora lo so) e un’altro quesito che ho sbagliato per distrazione, ho risposto con una media del 100% di risposte esatte. Ripeto, non ho superpoteri digitali, smanetto spesso e volentieri e quindi mastico i concetti base del web, allo stesso modo di chi usa quotidianamente social e app.
Una delle lezioni che ho ritenuto più interessanti in assoluto, è quella relativa al Live blogging e a piattaforme come Scribble Live che ho usato nel mio viaggio in Vietnam e che offre ad un giornalista possibilità davvero interessanti, ancora tutte da esplorare in particolare qui in Italia.
Questa dunque è la mia esperienza. In conclusione, i Fondamenti di Giornalismo digitale, materia che certamente è attuale è di primaria importanza, per ora è dedicato a chi ha poca dimestichezza con il tema. C’è spazio ed è auspicabile che si organizzi FGD2, 3, 4, 5 e così via, per una formazione all’altezza di un giornalismo digitale eccellente, al passo con quello dei paesi anglosassoni.