Gregory David Roberts, in arte Shantaram, è tornato con il suo secondo romanzo l’Ombra della Montagna. Entrambi i libri di Gregory David Roberts sono voluminosi, densi di parole, di personaggi a tutto tondo, d’immagini indimenticabili e di vita vissuta intensamente ma si leggono in poco tempo e soprattutto, ti rimangono dentro.

Devo ammettere che ho preferito primo libro, Shantaram a questo secondo che a tratti, mi è sembrato più razionale, filtrato forse dal grande successo mondiale che ha ottenuto lo scrittore che di conseguenza, a tratti, strizza l’occhio e compiace lo spettatore.

Il personaggio che ho amato meno di questo in secondo libro è di sicuro Karla, il grande amore del protagonista. In effetti, pensandoci bene, il mondo femminile di questi due romanzi non è poi così lusinghiero. Che si tratti di donne Occidentali, Indiane o Musulmane le eroine di Shantaram e de L’Ombra della Montagna sono donne forti ma volubili, capricciose, determinate ma mosse da esigenze concrete più che da ideali. Tra l’altro, nessuna delle protagoniste femminili ha figli o sembra volerne. Insomma in quanto a protagoniste femminili, secondo me Gregory avrebbe potuto fare di meglio.

Detto questo, L’ombra della Montagna è stata una lettura fluida, piena di spunti di riflessione, emozionante. Gregory riesce anche questa volta a farmi penetrare nella mentalità indiana come nessun diario di viaggio o testo sacro era mai riuscito.

Come Frase della settimana, voglio condividere con voi l’inizio del libro:

Le forme della Fonte del tutto, la luminescenza, sono più numerose delle stelle nel firmamento e basta un pensiero buono per farle risplendere. Eppure un unico sbaglio può appiccare il fuoco ad una foresta nel cuore, oscurando ogni luce nei cieli. Mentre Terrore continua ad ardere, un amore in frantumi o una fede smarrita ci fanno credere che tutto sia finito, che non ce la facciamo più. Non è vero. Non è mai vero.

 

BUON WE A TUTTI!!!

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