Una vita come tante è un libro crudo, una vita struggente, disturbante per le atrocità subite da un bambino. Per cui quella di oggi è una recensione diversa dalle solite.

Non credo riuscirei a rileggerlo ma 
questo romanzo mi ha toccato dentro, 
fatto riflettere. 
Lasciato qualcosa di profondo.

Sì è un libro disturbante, eppure allo stesso tempo, una storia di amicizia e amore, poetica e delicata. Una storia molto americana. Willem, dall’animo gentile, vuole fare l’attore. JB, scaltro e a volte crudele, insegue un accesso al mondo dell’arte. Malcolm è un architetto frustrato in uno studio prestigioso. Jude, avvocato brillante e di enigmatica riservatezza, è il loro centro di gravità.

È impossibile non affezionarsi 
a questi quattro personaggi 
ma soprattutto è impossibile non soffrire 
insieme e per la sorte di Jude.

Finalista al National Book Award e vincitore di una serie di candidature e premi di settore nell’annata 2015, Una vita come tante di Hanya Yanagihara è un romanzo che inizialmente avevo sottovalutato. Poi all’improvviso mi sono trovata impossibilitata a smettere di leggere. 

Personalmente ve lo consiglio, anche se il pubblico ha pareri molto discordi. La pletora dei giudizi va dal capolavoro alla noia mortale. Al contrario della critica che ha invece paragonato il romanzo alla grande letteratura anglosassone. Al Dickens di Copperfield o di Grandi Speranze.

 

BUONA LETTURA!

<<L’unico segreto dell'amicizia, credo, 
è trovare persone migliori di te 
- non più furbe o più vincenti, ma più 
gentili, più generose, e più comprensive -, 
apprezzarle per ciò che 
possono insegnarti, cercare di ascoltarle 
quando ti dicono qualcosa su di te, 
bella o brutta che sia, e fidarti di 
loro, che è la parte più difficile di 
tutte. Ma anche la più importante>>.
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