É la frase che si trova all’inizio del romanzo che l’autore,  Jonas Jonasson, ha scritto dopo Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve ovvero: L’analfabeta che sapeva contare.

La differenza tra stupidità e genialità è che la genialità ha i suoi limiti.

TRAMA: Nombeko, la sorprendente protagonista del libro, nasce nel 1961 in una baracca di Soweto e dall’età di dodici anni sopravvive svuotando latrine. Il bizzarro destino che le riserva la vita, la porterà a vivere una serie di avventure al limite della razionalità. Grazie alla matematica, materia che la ragazzina conosce senza aver mai frequentato una scuola ma per pura abilità personale, si troverà ad essere parte attiva in un intrigo internazionale. Insieme a lei, una serie di personaggi indimenticabili: due fratelli gemelli con una sola identità all’anagrafe, tre ragazzine cinesi negligenti e molti altri fino ad arrivare al re e il primo ministro svedesi.

Come nel Centenario che saltò dalla finestra e scomparve la fantasia di Jonasson, vivifica e densa, mi ha tenuta incollata alle pagine del libro con una prosa scorrevole. Un’avvertenza per i lettori più tradizionali: a tratti, la fantasia di Jonasson trascina al limite della ragionevolezza producendo un effetto straniante. Fortemente consigliato a chi ama allenare il lato sinistro del cervello.   

 

 

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